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Principio

Disorientamento

La transizione dalla Terra allo Spazio provoca trasfigurazione spaziale—saltano i pre-set cognitivi—e si creano nuove cinestesie che il Design Spaziale deve saper interpretare.

Progettare per lo Spazio mette in discussione tutta la nostra esperienza terrestre, costringendoci a confrontarci con il disorientamento e la trasfigurazione derivanti dalla percezione di due realtà spaziali: l’ambiente interno e confinato della stazione spaziale orbitante e l’immensità dello spazio cosmico, dal quale è possibile osservare la Terra dall’esterno.

In assenza di gravità, cambiano completamente i riferimenti spaziali: non esistono più un alto e un basso, una destra e una sinistra, se non come convenzioni. Parlare con un’altra persona guardando il suo volto capovolto destabilizza la nostra capacità di riconoscere ed interpretare i tratti somatici che siamo abituati a codificare sulla Terra.

L’ambiente confinato privo di luce naturale, la deprivazione sensoriale e la microgravità influenzano profondamente la forma, la postura e la fisiologia del corpo. La sensazione di assenza di peso, il galleggiare senza punti fissi di riferimento e il roteare continuamente alterano sia la percezione di sé che quella dell’ambiente circostante. I modelli cognitivi terrestri subiscono un completo stravolgimento, generando nuove cinestesie e modalità di interazione.

Il Design Spaziale traduce queste trasformazioni in oggetti e ambienti innovativi, progettati per rispondere in modo efficiente alle diverse condizioni sperimentate nello Spazio.