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Il tempo scandisce e regola la vita in modo profondo. Come per gli altri sensi, la percezione del tempo non è assoluta, ma varia in relazione al mutare dell’ambiente circostante.
Vivere e lavorare in assenza di gravità comporta significativi cambiamenti cognitivi, posturali, fisiologici e semantici, che influenzano i pensieri, le emozioni e i comportamenti dell’equipaggio. La routine quotidiana viene stravolta da condizioni uniche, come il confinamento e la microgravità, che incidono profondamente sulla percezione sia dello spazio che del tempo.
Sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS) coesistono due ordini distinti di tempo: uno interno, artificiale, e uno esterno, naturale.
Il primo riproduce il ciclo terrestre di 24 ore, con fasi di giorno e notte regolate dalla luce artificiale, seguendo i ritmi circadiani terrestri. È un tempo controllato dagli esseri umani, pianificato meticolosamente e stabilito mesi prima della missione spaziale. Questo tempo organizza ogni attività—dal lavoro al riposo, dall’esercizio fisico agli esperimenti, fino alla manutenzione ordinaria e alla cura personale—secondo programmi e procedure rigorose.
Il secondo ordine temporale, astronomico e indipendente dalla volontà umana, è il tempo percepito al di fuori della stazione spaziale orbitante, osservabile attraverso le finestre della Cupola: il vuoto dello Spazio, illuminato dalla luce solare, alterna albe e tramonti ogni 90 minuti a causa della velocità orbitale. Questo tempo, misurato attraverso il ciclo della luce naturale, equivale a percepire il passaggio di 16 giorni terrestri nell’arco delle 24 ore, generando la sensazione di un ritmo accelerato.
Il Design Spaziale deve affrontare queste diverse percezioni del tempo, considerando sia l’ambiente circostante sia gli stati emotivi degli astronauti. Deve interrogarsi su come tali percezioni influenzino la fisiologia, la psiche, i pensieri e i comportamenti dell’equipaggio, con l’obiettivo di mitigare il disorientamento spaziale e temporale, migliorando il benessere complessivo.