Il tempo scandisce la nostra vita. La percezione del tempo non è assoluta, ma varia in relazione al mutare dell’ambiente circostante.
Sulla Stazione Spaziale Internazionale coesistono due ordini di tempo: uno interno, artificiale, e uno esterno, naturale. Il primo riproduce il ciclo terrestre di 24 ore, con fasi di giorno e notte regolate dalla luce artificiale. È un tempo controllato dagli esseri umani per pianificare le attività a bordo. Il secondo, astronomico e indipendente dalla volontà umana, è un tempo percepito guardando fuori dalla ISS che alterna albe e tramonti ogni 90 minuti a causa della velocità orbitale. Questo tempo, misurato attraverso il ciclo della luce naturale, equivale a percepire il passaggio di 16 giorni terrestri nell’arco delle 24 ore, generando la sensazione di un ritmo accelerato.
Il Design Spaziale deve progettare queste “macchine del tempo” interrogandosi su come le percezioni influenzino la fisiologia, la psiche, i pensieri, le emozioni e i comportamenti dell’equipaggio, con l’obiettivo di mitigare il disorientamento spaziale e temporale e migliorare il benessere complessivo.