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Il Design Spaziale sta acquisendo un ruolo strategico fondamentale nel migliorare il benessere degli habitat extraterrestri e nel proporre nuovi scenari virtuosi e sostenibili, rafforzando il legame tra gli esseri umani e la natura in un ambiente confinato, privo di stimoli sensoriali naturali e, soprattutto, caratterizzato da gravità ridotta.
Attualmente, tutti gli sforzi delle agenzie spaziali sono concentrati sullo sviluppo di basi lunari, che costituiranno il primo avamposto umano sul nostro satellite. Le proposte più recenti si basano sull’utilizzo delle risorse in loco, come la regolite, adattandole alle nuove condizioni ambientali. Una sfida cruciale sarà garantire l’autosufficienza completa della base, che dovrà operare come un organismo vivente, capace di generare e riciclare integralmente le proprie risorse.
Sulla superficie lunare, l’utilizzo delle microalghe rappresenta un’opportunità di grande rilevanza per il Design Spaziale, soprattutto se impiegato in applicazioni innovative che vadano oltre i tradizionali aspetti funzionali e nutrizionali, integrando anche dimensioni psico-fisiologiche ed emotive, con l’obiettivo di ricreare un autentico rapporto simbiotico tra esseri umani e natura.
L’obiettivo di Lunavera è quello di creare un ambiente che favorisca una connessione profonda con la nuova biologia lunare e con gli altri abitanti della Luna, offrendo al contempo una necessaria disconnessione dalle attività quotidiane. Questi momenti di distacco, che possono essere definiti anche come esperienze di intrattenimento, sono spesso legati alla natura sulla Terra, ma attualmente risultano assenti sulla Luna.
L’installazione-serra proposta per il Moon Village prevede un padiglione gonfiabile che racchiude una foresta di bioreattori verticali, oltre a uno spazio dedicato alle attività ricreative.
Ogni albero tecnologico integra funzioni biologiche naturali e sintetiche per la coltivazione delle microalghe. Gli alberi sono organizzati in una struttura a griglia esagonale, ottimizzando la densità produttiva e la capacità di captazione della luce. Un semplice meccanismo consente a ogni albero di piegarsi e ruotare per orientarsi verso il sole, massimizzando la luce naturale raccolta.